PSICOLOGIA TRANSGENERAZIONALE: l’albero genealogico

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Ereditare il trauma transgenerazionale non significa che il dolore sperimentato dai nostri genitori o nonni determini il nostro modo di essere al 100%. Esiste una probabilità più elevata di soffrire di depressione, disturbi del sonno, problemi emotivi, iperattività.

A volte il disagio di cui può soffrire una persona può essere di natura transegenerazionale: una storia traumatica si può ripetere come evento o tipo di evento attraverso più generazioni, dai genitori ai figli, o tra altri livelli di parentela in cui i personaggi sembrano rivivere nei decenni gli stessi accadimenti.

Le esperienze traumatiche vissute da generazioni prima in famiglia, se non rielaborate, cioè mentalizzate e integrate consapevolmente e fisicamente, possono “passare implicitamente” in atteggiamenti e comportamenti ai figli e chi seguirà.

Il numero di ordine che abbiamo, determina il membro/membri con i quali siamo conessi (bisnonni, nonni, zii …).

Per poter identificare la propria posizione bisogna tener conto di tutte le gravidanze (anche aborti spontanei o non) perchè la vita comincia nel momento del concepimento.

La verticalità: la trasmissione dei ricordi/programmi da una generazione ad un altra avviene in linea verticale (si va più d’accordo con i fratelli in verticale che con quelli in orizontale).

Per esempio se io sono terzo figlio (#3) cerco nel mio albero genealogico tutti quelli con numero #3,6,9,12….

Uno dei casi del Dott. SABBAH

Un uomo di 29 anni è il terzo figlio nella sua famiglia. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene interrogato dai nazisti e viene obbligato a divulgare segretti di guerra ( che riguardavano il suo miglior amico e altri suoi amici, piani,spioni…). Se non lo avesse fatto avrebbero usciso suo figlio. Ragione per la quale ha sviluppato un forte conflitto legato al linguaggio.

Qualche anno dopo la fine della guerra, la moglie gli ha dato altri filgi…

Il #3 figlio , all’eta di 29 anni si ammala di osteolisi mascellare. Quindi questo figlio ha trasformato il conflitto psicologico del padre in un conflitto biologico.

Un trasferimento ai nipoti del trauma originario dei nonni, anche se con modalità differenti.

Il trauma transgenerazionale è un impatto, il trasferimento di un dolore emotivo, fisico o sociale di una persona alle nuove generazioni in modi che vadano oltre il semplice comportamento appreso.

Maria ha subito abusi sessuali da parte di un membro della famiglia per buona parte della sua infanzia e adolescenza. È cresciuta in un ambiente destrutturato in cui anche la madre veniva maltrattata da piccola. Quando ha avuto la possibilità di uscire da questo scenario, al compimento della maggiore età, non ha voluto chiedere aiuto psicologico per affrontare questo trauma. Voleva solo dimenticare, voltare pagina il prima possibile.

La ferita, la traccia è ancora presente in diversi modi: ansia, disturbi alimentari, scarsa autostima, ipervigilanza, depressione, insonnia… A questo si aggiunge un sistema immunitario fragile, con basse difese che la rendono vulnerabile alle infezioni, all’influenza, alle allergie.

Maria adesso ha un bambino di 7 anni. È la sua ragione di vita, tutto il suo mondo. Ha trovato stabilità e forza, oltre a un motivo per prendersi più cura di sé. Si è resa conto, però, che educare suo figlio è sempre più difficile: dorme male, ha problemi di attenzione, fa tanti capricci e ha un comportamento provocatorio. Quando la chiamano da scuola, Maria ha la sensazione di essere giudicata come una cattiva madre, al punto di chiedersi se sta sbagliando qualcosa.

L’ultima cosa che dovrebbe fare la nostra protagonista è dubitare di se stessa come madre.

Un articolo interessante ho trovato qui : http://www.felicetrasformazionepersonale.it/albero-genealogico/    …….E la storia della centesima scimmia l’ho trovata molto interessante!

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